Non sono fotogenica
Ci sono tre frasi che sento ripetere prima di ogni servizio fotografico: “Non mi piace farmi fotografare”, “Non vengo bene in foto”, e “Poi usi Photoshop, vero?”.
Parole che, nel corso del tempo, sono diventate così ricorrenti da sembrare quasi un rito.
È come se stare davanti a una macchina fotografica fosse un passaggio obbligato, ma vissuto con ansia, come una prova da superare.
E vi capisco perfettamente.
Stare davanti all’obiettivo può essere un’esperienza stressante, un vero e proprio supplizio per molti. Non sto esagerando quando dico che, per alcune persone, farsi fotografare può essere vissuto come un trauma.
Ma ecco una buona notizia: la cosiddetta “fotogenia” non è un problema vostro, è mio. Ed è una sfida che sono pronta a risolvere, insieme a voi.
Parole che, nel corso del tempo, sono diventate così ricorrenti da sembrare quasi un rito.
È come se stare davanti a una macchina fotografica fosse un passaggio obbligato, ma vissuto con ansia, come una prova da superare.
E vi capisco perfettamente.
Stare davanti all’obiettivo può essere un’esperienza stressante, un vero e proprio supplizio per molti. Non sto esagerando quando dico che, per alcune persone, farsi fotografare può essere vissuto come un trauma.
Ma ecco una buona notizia: la cosiddetta “fotogenia” non è un problema vostro, è mio. Ed è una sfida che sono pronta a risolvere, insieme a voi.
La trappola del “non sono fotogenica”
Quali sono le conseguenze di questa insidiosa trappola del “non sono fotogenica”? Perché così tante persone, quando si trovano davanti a una macchina fotografica, si sentono insicure e inadeguate?
Credo che una delle cause principali sia la ricerca ossessiva di una perfezione che, in realtà, non esiste.
Viviamo in un’epoca in cui i social media sono onnipresenti e hanno imposto standard estetici che sembrano essere l’unica misura della bellezza.
È come se i nostri volti, i nostri corpi, il nostro modo di apparire dovessero sempre essere impeccabili, senza difetti, come un filtro Instagram che cancella le imperfezioni.
Ma questi standard sono artificiosi. Le foto ritoccate e filtrate che vediamo quotidianamente su Instagram, Facebook e altre piattaforme contribuiscono a rafforzare l’idea che esistano modelli universali di bellezza.
La verità è che questi modelli non esistono.
Sono costruiti, dettati da mode temporanee e imposti da un mondo digitale che, spesso, ci fa dimenticare la nostra autenticità.
Credo che una delle cause principali sia la ricerca ossessiva di una perfezione che, in realtà, non esiste.
Viviamo in un’epoca in cui i social media sono onnipresenti e hanno imposto standard estetici che sembrano essere l’unica misura della bellezza.
È come se i nostri volti, i nostri corpi, il nostro modo di apparire dovessero sempre essere impeccabili, senza difetti, come un filtro Instagram che cancella le imperfezioni.
Ma questi standard sono artificiosi. Le foto ritoccate e filtrate che vediamo quotidianamente su Instagram, Facebook e altre piattaforme contribuiscono a rafforzare l’idea che esistano modelli universali di bellezza.
La verità è che questi modelli non esistono.
Sono costruiti, dettati da mode temporanee e imposti da un mondo digitale che, spesso, ci fa dimenticare la nostra autenticità.
Se vi trovate nella necessità di esporvi pubblicamente, magari per raccontare la vostra attività o per promuovere un progetto, la pressione di apparire senza alcun difetto diventa ancora più forte.
Questo può portare a uno stress inutile, a insicurezze profonde e, in casi estremi, persino a problemi legati all’immagine di sé.
La sensazione di non essere all’altezza di certi canoni estetici ha un impatto negativo sulla nostra percezione, perché ci allontana da quello che realmente siamo e ci fa vedere i nostri volti come un insieme di difetti da correggere.
Questo può portare a uno stress inutile, a insicurezze profonde e, in casi estremi, persino a problemi legati all’immagine di sé.
La sensazione di non essere all’altezza di certi canoni estetici ha un impatto negativo sulla nostra percezione, perché ci allontana da quello che realmente siamo e ci fa vedere i nostri volti come un insieme di difetti da correggere.
Come trasformare un’esperienza di fotoritratto e reportage in un ricordo piacevole
Allora, come possiamo evitare che un’esperienza potenzialmente gratificante come farsi ritrarre si trasformi in una tortura?
Il mio consiglio è semplice: concentratevi su voi stessi e lasciate che sia io a valorizzare la vostra autenticità.
La vera bellezza non può e non deve essere ridotta a degli standard decisi da altri.
Date spazio alla vostra personalità, alle vostre espressioni uniche, quelle che raccontano chi siete veramente.
Un ritratto fotografico, o un reportage della vostra attività, non dovrebbe essere la ricerca di un’immagine perfetta.Al contrario, dovrebbe essere un’occasione per celebrare la vostra unicità, un mezzo per raccontare chi siete, cosa fate, e quanto sia eccezionale ciò che realizzate ogni giorno.
Fermiamoci un attimo a riflettere, si lo so fermarsi non è più di moda, proviamoci però, cosa significa davvero essere fotogenici?
Spesso si pensa che alcune persone abbiano una sorta di dono innato, che le porta ad apparire magnifiche in ogni foto senza il minimo sforzo. Ma la verità è molto diversa: la fotogenia è un mito.
La bellezza è soggettiva, influenzata da mille fattori come la cultura, l’età, le mode e i gusti personali. Ciò che colpisce una persona può lasciare indifferente un’altra.
E quello che conta davvero, quando si parla di fotografia, non è la perfezione esteriore, ma la capacità di trasmettere emozioni e autenticità.
Il mio consiglio è semplice: concentratevi su voi stessi e lasciate che sia io a valorizzare la vostra autenticità.
La vera bellezza non può e non deve essere ridotta a degli standard decisi da altri.
Date spazio alla vostra personalità, alle vostre espressioni uniche, quelle che raccontano chi siete veramente.
Un ritratto fotografico, o un reportage della vostra attività, non dovrebbe essere la ricerca di un’immagine perfetta.Al contrario, dovrebbe essere un’occasione per celebrare la vostra unicità, un mezzo per raccontare chi siete, cosa fate, e quanto sia eccezionale ciò che realizzate ogni giorno.
Fermiamoci un attimo a riflettere, si lo so fermarsi non è più di moda, proviamoci però, cosa significa davvero essere fotogenici?
Spesso si pensa che alcune persone abbiano una sorta di dono innato, che le porta ad apparire magnifiche in ogni foto senza il minimo sforzo. Ma la verità è molto diversa: la fotogenia è un mito.
La bellezza è soggettiva, influenzata da mille fattori come la cultura, l’età, le mode e i gusti personali. Ciò che colpisce una persona può lasciare indifferente un’altra.
E quello che conta davvero, quando si parla di fotografia, non è la perfezione esteriore, ma la capacità di trasmettere emozioni e autenticità.
Come sentirsi a proprio agio davanti alla macchina fotografica
"Come posso sentirmi a mio agio davanti all'obiettivo?". È un’altra domanda che mi viene posta spesso e ci sono alcuni suggerimenti pratici che posso darvi per vivere questa esperienza con maggiore serenità.
1. Scegliete il fotografo giusto, anzi la fotografa giusta
La connessione tra voi e chi vi riprende è essenziale.
Prima di tutto, scegliete qualcuno che vi faccia sentire a vostro agio, la persona giusta per voi non si limita a scattare foto, ma sa anche creare un ambiente rilassato e positivo, dove potete sentirvi voi stesse. Durante il servizio fotografico, dovreste sentirvi libere di esprimervi, senza paura di giudizi.
L’esperienza di chi vi fotografa si manifesta nel valorizzare la vostra unicità, curando la luce, le pose e l’atmosfera per farvi apparire al meglio, senza forzature.
Prima di tutto, scegliete qualcuno che vi faccia sentire a vostro agio, la persona giusta per voi non si limita a scattare foto, ma sa anche creare un ambiente rilassato e positivo, dove potete sentirvi voi stesse. Durante il servizio fotografico, dovreste sentirvi libere di esprimervi, senza paura di giudizi.
L’esperienza di chi vi fotografa si manifesta nel valorizzare la vostra unicità, curando la luce, le pose e l’atmosfera per farvi apparire al meglio, senza forzature.
2. Concentratevi sulle vostre singolarità
Non cercate di essere qualcun altro. La vostra bellezza risiede nelle vostre espressioni autentiche, nei gesti che vi appartengono, nel modo in cui vi muovete e interagite con gli altri. Quando cercate di apparire in un modo che non vi appartiene, le foto riflettono questa insicurezza. Invece, lasciate emergere la vostra vera essenza e il risultato sarà un ritratto che vi rappresenta davvero.
3. Scegliete un outfit che vi faccia sentire a vostro agio
L’abbigliamento gioca un ruolo fondamentale nel sentirsi a proprio agio. Indossate qualcosa che vi faccia sentire sicure e comode, qualcosa che rispecchi la vostra personalità. Evitate abiti che non vi rappresentano o che vi fanno sentire costrette. Quando vi sentite bene nel vostro outfit, anche il vostro atteggiamento di fronte alla fotocamera cambia, diventando più rilassato e naturale.
4. Non abbiate paura di mostrare le vostre emozioni
Le espressioni più belle sono quelle che riflettono ciò che sentite davvero. Sorridete, ridete, siate seri, se il momento lo richiede.
Non cercate di nascondere le emozioni o di assumere pose che non vi appartengono.
Le foto che riescono a trasmettere emozioni vere sono quelle che lasciano un segno, sia in chi le guarda che in chi le vive.
Non cercate di nascondere le emozioni o di assumere pose che non vi appartengono.
Le foto che riescono a trasmettere emozioni vere sono quelle che lasciano un segno, sia in chi le guarda che in chi le vive.
5. Rilassatevi e prendete un bel respiro, come prima di tuffarvi
È normale sentirsi nervosi all'inizio di un servizio fotografico, ma vi prometto che riuscirete a rilassarvi. Respirate profondamente, lasciate andare la tensione e fidatevi di chi vi sta di fronte. Avete scelto con cura una persona che vi mette a vostro agio, potrete affidarvi a lei e seguire i suoi consigli. Ricordate che siete lì per divertirvi e per celebrare voi stessi.
Il valore del ritratto fotografico
Un ritratto fotografico è molto più di un’immagine. È un modo per raccontare una storia, la vostra storia.
Non rinunciate alla possibilità di immortalare un momento della vostra vita solo per la paura di non sentirvi all'altezza o di sembrare vanitosi.
Farsi fotografare è un atto di celebrazione: è un modo per dire a voi stessi e agli altri che meritate di essere visti, che ciò che avete raggiunto è importante e che siete fieri di chi siete.
Lasciate andare l’idea del “sono o non sono fotogenico”.
Gli stereotipi legati all’immagine appartengono al passato. Siate voi stessi. Ve lo meritate. Ognuno di noi ha una storia unica da raccontare, e un ritratto fotografico è uno degli strumenti più potenti per farlo. Quindi, la prossima volta che vi troverete davanti a una macchina fotografica, ricordatevi di queste parole: non cercate la perfezione, cercate la verità. La vostra verità. E sarà quella a rendervi davvero speciali.
Non rinunciate alla possibilità di immortalare un momento della vostra vita solo per la paura di non sentirvi all'altezza o di sembrare vanitosi.
Farsi fotografare è un atto di celebrazione: è un modo per dire a voi stessi e agli altri che meritate di essere visti, che ciò che avete raggiunto è importante e che siete fieri di chi siete.
Lasciate andare l’idea del “sono o non sono fotogenico”.
Gli stereotipi legati all’immagine appartengono al passato. Siate voi stessi. Ve lo meritate. Ognuno di noi ha una storia unica da raccontare, e un ritratto fotografico è uno degli strumenti più potenti per farlo. Quindi, la prossima volta che vi troverete davanti a una macchina fotografica, ricordatevi di queste parole: non cercate la perfezione, cercate la verità. La vostra verità. E sarà quella a rendervi davvero speciali.
Se avete ancora dubbi o domande su come funziona un servizio fotografico, non esitate a contattarmi. Sarò felice di rispondere a tutte le vostre domande e di aiutarvi a vivere questa esperienza nel modo più sereno possibile. Non lasciate che i luoghi comuni vi impediscano di fare meraviglie!
Grazie per aver letto fino a qui
Laura